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Abbiamo visto calar tenebre e silenzi su molti blog letterari, riviste e progetti sono via via scomparsi, nell’oblio del non aggiornamento, scelta che sposano quasi tutti, preferendola al sicuro oblio d’un sito definitivamente chiuso.

Il nulla li ha infine vinti, anticipato da una fiacchezza nei contenuti, sempre più diradati sino alla scelta finale: “Non parole. Un gesto. Non scriverò più”. Concludeva vita e scrittura così Cesare Pavese nell’antenato di tutti i blog letterari, il suo diario “il mestiere di vivere”, ignoto al “solitario” Paolo Giordano, autore della fetecchia del 2008, quella “solitudine dei numeri primi” che prima o poi qualcuno ci ha regalato, certo di far cosa gradita.

Il bilancio comunque pareggia. Nuove voci conquistano meritata attenzione: Cabaret Bisanzio, mirabile sintesi tra impegno, letteratura e ironia, che annovera tra i fondatori il giallista palermitano Antonio Pagliaro, ricercatore fisico come Giordano, ma di ben altra pasta e spessore, tenutario del “blog inutile” xantology.

E l’affievolirsi dell’interesse per i blog – o, almeno, l’energico ridimensionarsi del fenomeno, coincide con la fine di progetti caduchi come ScrittoMisto, o dimenticabilissime antologie come La notte dei blogger della Einaudi, che di buono aveva solo la copertina col pc ricoperto da variopinti post-it. Giunta al numero due e poi sparita anche la rivista tutta al femminile i monologhi della varechina. In buona compagnia anche con quella che conosco meglio: il cantiere creativo BombaSicilia, giunto su carta e poi concluso.

Resistono tre blog – guarda caso tutti tenute da donne – da far diventare subito un piacere quotidiano: le foto e le didascalie di Buba, una “collezione di attimi” di Georgia Spaccapietra, dedicati a sua figlia; akatalēpsía o degli infiniti ritorni di Clelia Mazzini, lettrice instancabile capace di scovare in un’infinità di libri mirabili citazioni e aforismi e, infine, solo_in_linea della triestina Nadia Zorzin, pagine del suo moleskine disegnate con un unico tratto.

Nadia Zorzin ha pubblicato con la Untitl.Ed “ma-mma”. Casa editrice che pubblica “una sola collana, dedicata interamente ad autori che hanno scelto la rete come spazio privilegiato di espressione”. Una casa editrice che legge, accompagna e pubblica blogger “seguendo nel tempo il percorso di un autore in rete, e ricomponendone poi le tracce, Untitl.Ed prova a individuare l’arsenale del suo immaginario, il suo vocabolario effettivo, il timbro naturale della sua voce. Sarà a partire da questi elementi, e dal comune riconoscimento di quelle tracce, che l’autore verrà invitato a costruire il suo libro”. Il progetto prevedeva successive terne di libri. Il catalogo è fermo all’ottavo libro, proprio quella della Zorzin.

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6 pensieri riguardo “Censimento web letterario. Seconda puntata.

  1. L’anima libera è rara, ma quando la vedi la riconosci, soprattutto perché provi un senso di benessere quando gli sei vicino.

  2. Grazie per la bella citazione del vero Bukowski. Simpatico modo d’autopromuovere i propri racconti.

    Rispondo adeguatamente, sempre col “vecchio sporcaccione”: «Il guaio di ogni aforisma, di ogni affermazione, è che può facilmente diventare una mezza verità, una fregnaccia, una bugia o un appassito luogo comune.»

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