L’ombra del lockdown si allunga anche tra le pagine dei libri colpendo al cuore tutta la filiera. È quanto emerge dalla prima ricerca Cepell-AIE. La lettura nei mesi dell’emergenza sanitaria, con la collaborazione di Pepe Research. Cala a doppia cifra infatti il numero degli italiani tra i 15 e i 74 anni che dichiara di aver letto almeno un libro (includendo nel computo anche gli ebook e audiolibri), attestandosi al 58%. Il valore scende di altri 8 punti percentuali (50%) quando si prendono in considerazione solo le letture degli ultimi due mesi, ovvero marzo e aprile.
Chi non ha letto libri a marzo e aprile è il 50% della popolazione, mentre su base annua questa stessa percentuale è del 42%.

Su 19 comportamenti monitorati nella ricerca riferiti agli ultimi due mesi, la lettura del libro è infatti un’attività che in tutte le fasce d’età si colloca, come tempo utilizzato, tra l’undicesimo e il sedicesimo posto. Quasi la metà di chi non ha letto durante il lockdown (il 47%) dichiara che il motivo è stato la mancanza di tempo, il 35% la mancanza di spazi in casa dove concentrarsi, il 33% le preoccupazioni, il 32% ha sostituito i libri con le news. Ma cosa hanno letto gli italiani durante il grande coprifuoco?

È cresciuta la percentuale di lettori (51%) che ha letto i libri già presenti in casa. Si è affidato agli store online il 39% dei lettori, mentre le librerie sono crollate dal 74% al 20%, complice la chiusura imposta per decreto. Intanto cresce la lettura di ebook e audiolibri: i lettori di libri cartacei negli ultimi 12 mesi sono il 53% nel 2020 (69% nell’anno precedente), mentre la lettura digitale è al 31% nel 2020 (26% nel 2019). Trasformazioni temporanee e tendenze lunghe. In casa durante l’epidemia, in sostanza, il libro è stato spesso soppiantato da altre attività, con un ruolo importante del telelavoro (circa il 15% degli italiani hanno utilizzato per la prima volta strumenti come Teams, Skype, Zoom, Hangout). Ed è una trasformazione che potrebbe non essere temporanea: il saldo tra chi dice che aumenterà la sua lettura di libri “quando tutto riaprirà” e chi invece immagina di diminuirla è positivo per appena il 4,7%, ma tutti i comportamenti correlati hanno invece indici negativi: comprare libri (- 5,1%), utilizzare il prestito digitale (-15,7%), frequentare festival letterari e Fiere (-33,5%).
Gli acquirenti che si definiscono forti lettori passano infatti da 4,4 milioni a 3,5 milioni, con una flessione del 20%. A maggio 2020, i forti lettori hanno acquistato nei 12 mesi precedenti 30,2 milioni di copie, in calo del 45% rispetto al dato di fine 2019 (51,4 milioni di copie).
“I numeri dell’indagine Cepell-AIE confermano le criticità per la lettura e la filiera del libro, indispensabili per la crescita, culturale ed economica, del Paese – ha spiegato Paola Passarelli, Direzione generale Biblioteche e diritto d’autore del Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo –. Il governo è consapevole di ciò e per questo ha dato una significativa risposta prevedendo interventi diretti sulla domanda come ad esempio il fondo per gli acquisti di libri da parte delle biblioteche pubbliche e la carta della cultura per le famiglie bisognose” L’abbandono della lettura da parte degli italiani è un fenomeno di società che va affrontato a tutti i livelli – ha spiegato il presidente del Centro per il Libro e la Lettura, Diego Marani –. Si tratta di una tendenza che era già in atto prima della pandemia e che va contrastata con misure che incidano sui comportamenti della società nel suo insieme. Mirare ai giovani e alle scuole non basta più. Le famiglie, le imprese, le istituzioni a ogni livello devono essere coinvolte, anche con una rivalutazione della parola scritta nei colloqui di lavoro, nelle prove d’esame, nei concorsi pubblici”. Leggere un libro è un’attività a cui gli italiani dedicano prevalentemente meno di un’ora al giorno, con valori in diminuzione nell’ultimo anno, mentre la televisione, il telefono, whatsapp, i social network sono tutte attività che mediamente impegnano per più di 60 minuti, con valori in crescita. Quasi la metà di chi non ha letto durante il lockdown (il 47%) dichiara che il motivo è stato la mancanza di tempo, il 35% la mancanza di spazi in casa dove concentrarsi, il 33% le preoccupazioni, il 32% ha sostituito i libri con le news.