Prima potevo anche prendermela. Ora inizio quasi a pensare che sia giusto così, normale, anzi necessario e persino bello. È giusto, normale e bello ammettere che, come tante cose della vita e – più in grande – della storia umana, anche la poesia passa e, ad esempio, quel che per cinquant’anni è sembrato indiscutibilmente un … Leggi tutto La poesia mortale
Nel passaggio fra terre diverse
Nel passaggio fra terre diverse vince quella che mi abita, il giardino sulla roccia del monte Gallo sveglio di cipressi, palmizi e alberi sdentati fra scale ombrate d’oleandri e lampioncini gialli in mezzo ai rami. È dove un giorno io m’è rimasta l’anima impigliata. È dove ancora nelle sere d’ottobre fronte ai gattini ciechi un … Leggi tutto Nel passaggio fra terre diverse
Tempo inesistendo
1. i progressi telematici hanno esteso indefinitamente lo spazio in cui stipare i nostri scambi e le nostre conoscenze. in cambio ci hanno tolto, sconquassato fino a farla scomparire, la dimensione temporale per come in fondo è sempre stata pensata dall'uomo: dimensione irreale, intangibile, da recuperare narrativamente. oggi il tempo sembra aver perso quella sua … Leggi tutto Tempo inesistendo
Storie avventurose di libri necessari
di Mariolina Bertini Ci fu un tempo in cui i libri che trattavano di letteratura mi incutevano un sacrosanto terrore. Ogni paragrafo cominciava con una sfilza di numerini puntati che già ti mettevano con le spalle al muro: "Che ti credevi, bellezza? sarà divertente quanto il compito in classe di matematica, o la devitalizzazione di … Leggi tutto Storie avventurose di libri necessari
Lingua madre
I tromboni d'ottone sfilano in quel che rimane delle gloriose pagine del Corrierone nazionale, tutti a far assoli sull'incistirsi dell'italiano dialogato, letto e pensato. Per chi ha la dannazione uguale e contraria al Funes el Memorioso di Borges, basti ricordare che la lingua italiana zoppica dal 1954, quando panciuti televisori ce la inculcarono. I giovinetti … Leggi tutto Lingua madre
Lettura e meraviglia
«Bambino, solevo meravigliarmi che le lettere di un volume chiuso non si mescolassero e perdessero durante la notte» J.L. Borges