La storia si ripete sempre due volte: la prima come tragedia, la seconda come farsa (K. Marx).

Andrea Cosentino, attore, autore, comico e studioso di teatro, dà vita alla sua surreale televisione autarchica. Questo sceneggiato è stata la prima trasmissione, andata in onda il 26 gennaio scorso. Da allora, ogni martedì TELEMOMO’ si aggiorna con un nuovo programma. Così ne parla l’autore.

È la seconda volta della televisione. O del tramonto di un elettrodomestico. E’ televisione a filiera corta, autarchica, ecologica e interattiva. E’ il disvelamento esilarante della povertà del linguaggio televisivo, con il suo bagaglio di campi e controcampi, primi piani espressivi e dettagli significativi, che viene mimato mediante la povertà materiale di un teatrino d’animazione artigianale. Un cavalletto sul quale è fissata la cornice bucata di una televisione, tanto basta per rappresentare sceneggiati, telegiornali, documentari e pubblicità. Il montaggio è il dentro-fuori di primi piani reali e bambole di plastica che “tribbolano” sbatacchiandosi, mezzibusti televisivi fatti di barbie senza gambe, e ancora parrucche, giocattoli, pezzi di corpo e brandelli di oggetti.

TELEMOMO’ è anche il pulpito dal quale lanciare “autorevolmente” improbabili proclami politici e surreali analisi sociologiche.

Se la televisione ha fatto l’Italia di oggi, di lì si dovrà passare per disfarla.